“Ora la scrittrice genovese va in libreria con Corynnod Arian, “Ragni d’argento” (“le mie vene sono asciutte: bianche come tela di ragno”). Che conclude il trittico. La saga di Regina McPatryck Drake.
Quando la scrittrice ha cominciato a cercare uno stile nuovo. Il suo stile. Personalissimo e inimitabile. Horror perché si parte dal sangue e dai Vampiri. Ma fantasia perché il sangue in questi racconti suscita anche curiosità. Diventano quel raccontarsi esseri immortali.
I racconti di Simona Porfido si leggono tutto d’un fiato, ti coinvolgono, ti tolgono il respiro. Ma poi devi rileggerli con calma. Centellinarli per gustarli meglio. E anche per capirli.
L’horror: “Oh, basta un morso netto alla gola per uccidere un uomo. Che cosa c’è di tanto difficile?”.
“Sangue nel sangue, Anima nell’anima. Pensiero contorto. Tu non sei lui. Rivelati, essere infernale che, vuoi la terra intrisa di sangue.”.
I Vampiri: “I Vampiri notturni non furono richiamati alla morte. Restarono senza riposo, sovreccitati, affamati. I Vampiri divennero padroni del Pianeta e banchettarono dalle vene gonfie.”.
Il sesso: “Entra nel mio ventre. Placa il fuoco che ci devasta.”. “Sono simile alla vergine dai seni acerbi, dinanzi all’amore turgido.”.
In “Ragni d’argento” tutto è diverso. Tutto è personale.
È lo stile di Simona Porfido.” (dall’Introduzione di Elio Domeniconi)
